Sul treno per Providence, venerdì scorso.
“È libero questo posto?”
“Ehm…sì ma…io mi alzo molto“.
Eh già: gli Americani di Boston (e dintorni) sono super educati. In tutto. Tranne quando si tratta di viaggiare in treno. Lì mi diventano dei professional egoist e fanno di tutto per occupare quanto più spazio intorno a loro, e non far sedere nessun altro. A volte sono così cafoni che deve intervenire il capo treno, con l’altoparlante, per “invitare” i passeggeri a occupare “solo” un sedile per persona.
“Biglietto prego…”
“Eccolo”
A questo punto il controllore stacca un fogliettino colorato, ci scarabocchia qualcosa sopra – diverso per ogni persona – e lo incastra sulla barra del portabagagli.
“Ma come funziona il sistema?”
“Quale sistema?”
“Questo dei biglietti colorati…”
“Hey man…se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti“.
A questo punto mi aspettavo di veder spuntare un Will Smith in abito scuro e occhiali neri, inseguito da un larvone alieno gigante.